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Hatha Vidya

Giu 20, 2016 | Hatha Vidya

di Cristiana Isarò

Rilassamento, rilasciamento e sovra-contrazioni

Un metodo semplice ed efficace per eliminare le contrazioni muscolari è quello di agire direttamente sui muscoli contraendo ulteriormente le zone tese con la presenza intensa della mente.

Perché si genera la stanchezza

Per poter percepire il proprio corpo bisognerà innanzitutto accettare e comprendere il fatto che siamo stati abituati a percepire solo un’idea che abbiamo di esso.

Bisognerà far saltare i nostri schemi mentali precostituiti, i quali dipendono in gran parte dal condizionamento della cultura esistente nella parte del mondo in cui siamo nati ed in cui ci siamo formati, la nazione, la regione, la città e così via entrando sempre più nel particolare arrivando fino al condizionamento della famiglia; sono tutti elementi che hanno determinato il nostro carattere.

Relativamente alla postura abituale ad esempio, si possono notare le differenze generali esistenti fra il modo di camminare di un europeo o di un africano, o ad esempio la postura di una persona timida rispetto ad una persona espansiva, e così via.

Anche la percezione della fatica ha a che fare con i nostri schemi mentali abituali, ce ne accorgiamo attraverso i movimenti che effettuiamo; se sono volontari ci affatichiamo in fretta, se invece sono spontanei, ovvero fanno parte del nostro schema corporeo, resistiamo più a lungo.

Ciò avviene perché abbiamo creato un’abitudine di movimento che ci aiuta infatti, a fare meno fatica.

Di fatto, comunque, la stanchezza è una condizione che dipende dalla mente, infatti anche pensare può creare stanchezza.

La difficoltà nel percepire il proprio corpo dipende dal fatto che la mente è abituata a stare separata dal corpo. La mancata percezione del corpo provoca la creazione di tensioni muscolari, o contrazioni.

Le contrazioni si verificano infatti, quando la mente se ne va dal corpo. Sarà quindi necessario rilassare, o meglio ancora rilasciare, i muscoli prima di iniziare ad effettuare dei movimenti.

Rilassamento, Rilasciamento e sovra-contrazioni

Bisogna quindi distinguere fra rilassamento e rilasciamento, due parole che vengono spesso confuse.

Il rilassamento è una condizione di abbandono passivo, di riposo inteso come torpore o sonno.

I muscoli si riposano e si rigenerano, il corpo si trova in una condizione di sonno.

I muscoli non sono pronti all’azione, hanno bisogno di tempo per riattivarsi e devono compiere uno sforzo per farlo.

Il rilasciamento è invece una condizione attiva di preparazione all’azione.

I muscoli sono vigili e pronti allo scatto, cioè c’è la presenza della mente ma sono rilasciati.

Dunque c’è differenza nell’utilizzare l’una o l’altra condizione.

Solitamente, nello yoga si usa il rilasciamento dato che si tratta di una pratica di risveglio e di consapevolezza, anche se in alcuni tipi di meditazione, quando vogliamo separare la mente dal corpo, è preferibile entrare in uno stato di rilassamento.

Un metodo semplice ed efficace per eliminare le contrazioni muscolari è quello di agire direttamente sui muscoli contraendo ulteriormente le zone tese con la presenza intensa della mente, per provocare poi una reazione spontanea dei muscoli i quali torneranno, di riflesso, alle loro condizioni ottimali.

Effettivamente questo tipo di esercizio permette di alleggerire anche quelle contrazioni che sono diventate ormai permanenti, inizialmente magari in una maniera lieve ma già sufficiente a percepire una sensazione di benessere.

Un altro elemento utile per distendere le tensioni fisiche è sicuramente il respiro che agisce direttamente sulle tensioni mentali e su quelle corporee.

Esiste infatti una stanchezza di tipo mentale, che sopraggiunge quando, ad esempio, la mente si annoia o quando, al contrario, ha troppi elementi da controllare.

In Pratica

Nella pratica vi sono diversi esercizi che permettono di sperimentare l’allungamento dei muscoli e il loro rilasciamento, e ad assumere le varie posizioni in maniera corretta.

Tala Kriyâ in piedi

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In questa posizione effettuare la sospensione del respiro aiuta ad allungare i muscoli, l’allungamento permette il rilasciamento dei muscoli stessi e permette di sentire alcune parti del corpo che normalmente non si percepiscono affatto.

Chandra Kriya all’indietro

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Una scoperta interessante è stata quella di sperimentare come questa posizione possa essere facilitata dal percepire una forza che da dietro sostiene il corpo e, anzi, lo spinge.

Fare tutto ciò permette di eseguire la posizione con uno sforzo sempre minore e di raggiungere una sensazione di equilibrio “sicuro”, forse perché si può contare su questa forza posteriore di sostegno.

Padahastâsana

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Interessante la sensazione che si percepisce durante la respirazione con l’addome: ponendo l’attenzione sulla zona lombare si sente immediatamente la sensazione di rilasciamento in quella zona. Inoltre, effettuando l’inspirazione e poi la sospensione, si vede come la schiena tende ad appiattirsi con più facilità.

Paschimottanâsana

Pinza classica

E’ una posizione molto interessante per sperimentare l’effetto che ha l’azione della contrazione dei muscoli antagonisti.

Infatti contraendo i muscoli anteriori, antagonisti di quelli posteriori, si permette di allentare lo stiramento di quelli posteriori i quali si rilasciano e si allungano maggiormente.

Ardhasiddha e Ardhavajrâsana

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Anche in questa posizione è facile sperimentare l’azione della contrazione dei muscoli antagonisti, e l’effetto di rilasciamento che provocano sui muscoli agonisti: dopo aver contratto il gluteo, l’anca relativa incomincia ad abbassarsi verso terra, ripetendo la contrazione ovviamente aumenta il rilasciamento che permette sempre di più questa discesa verso terra.

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Effettuando le flessioni laterali, prima da un lato e poi dall’altro, lanciando la freccia, utilizzando la forza delle espirazioni e inspirazioni e tenendo la posizione ho inoltre sperimentato una piacevole sensazione di “compattezza”, di unione di tutto il corpo, e allo stesso tempo di rilasciamento.

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