di Mita Trenti
Hatha, la Forza Erculea
Il termine Hatha Vidya riscatta il vero scopo dello Yoga che ai nostri giorni è degenerato in banale esercizio fisico o moda del momento.
HATHA significa FORZA
Ma non forza fisica; l’hatha yogi compie uno sforzo erculeo per dominare la mente e prendere così il controllo e la percezione diretta del proprio corpo.
Attraverso uno sforzo sa dominare la forza sessuale e la sa trasformare internamente attraverso un lavoro alchemico, così come sa trasformare attraverso uno sforzo cosciente di costante attenzione su se stesso le impressioni che gli arrivano dall’esterno, senza identificarsi con esse, ricavandone vitalità, anziché disperderla per poter diventare un essere perfetto, l’Uomo vitruviano, l’Uomo cosmico che sa trasformare e dominare le forze cosmiche e le forze della Terra, al contrario dell’uomo ordinario che ne è in balia.
La Mente, le Emozioni e il Prana
La nostra mente infatti è sempre distratta nell’identificarsi con lo sgarbo che mi ha fatto quella tal persona, con la bolletta che devo pagare domani, con la rabbia che mi sale se in strada trovo traffico e mi fa perdere tempo.
In questo stato non possiamo certo definirci uomini, ma bensì dei burattini trascinati qua e là dalle varie emozioni che si alternano dentro la mente e prendono il controllo del nostro corpo, facendoci ad esempio alzare la pressione, ingrossare il fegato, facendoci arrossire, balbettare, fare cose di cui poi ci pentiamo, etc.
Queste emozioni sono come tanti abitanti in un condominio, e ognuno, a turno, vuole far valere le proprie intenzioni e i propri bisogni.
La mente in balia di tutti questi despota, dentro di noi è continuamente distratta e non è in grado di portare l’attenzione sul corpo e quindi non ne può neppure avere la percezione.
Il corpo, come un bambino abbandonato dalla madre che non lo nutre e che non gli presta attenzione, perde vitalità e forza, perché Prana, la forza vitale che viene dall’universo e che ci mantiene in vita, va dove noi portiamo l’attenzione, perché dove porto l’attenzione in una parte del corpo, porto più sangue, quindi più nutrimento per le cellule, più ossigeno, più vitalità; tradotto in una parola, appunto, più Prana.
I nostri condizionamenti e sogni
Il corpo per l’Hatha yogi è importante perché solo con il corpo, tramite le operazioni accennate prima, può realizzarsi in questa vita e nella vita di tutti i giorni; d’altronde da un corpo siamo venuti, passando per un utero di un altro corpo, ed è assurdo ripugnare il nostro corpo come fanno i vedantini o certe religioni.
La parola religione per oltre ha lo stesso significato della parola yoga : RELIGIONE = RELIGARE, UNIRE YOGA = UNIONE
Lo yoga proprio come ognuno interpreta la propria religione è interpretato secondo i propri preconcetti, secondo la propria ideologia; quindi la nostra mente sarà fortemente condizionata dalla propria ideologia e di conseguenza anche tutto quel che facciamo.
Un esempio estremo di questo è il terrorista che si fa saltare in aria sognando di sedersi poi alla destra di Allah; per un sogno o un’illusione, quest’“uomo” sacrifica la sua vita e la vita di altri uomini innocenti che non hanno la sua ideologia!
Quell’“uomo” è nel più completo sonno totale e sogna, sogna come sognano tutti gli uomini ordinari.
Il Risveglio dello Yoga
L’Hatha yoga quindi non serve a fare solo un po’ di movimento fisico, ma bensì è una tecnica di risveglio; risvegliarci vuol dire liberarci, liberarci dal dolore, dalle illusioni, dai sogni che ci impediscono di vedere la realtà così come essa è; liberarci dalle leggi della natura e smettere di essere dei burattini.
Vidya infatti è accedere all’intelligenza cosmica, la Buddhi e vedere qualsiasi cosa per quello che realmente è; vedere con una mente superiore, senza giudizio, quindi senza l’intervento della mente razionale, la verità, che ci appare e basta e non si può spiegare a parole!
Questo è la Vidya
A questa intelligenza Cosmica il nostro corpo vi accede già inconsciamente perché è ciò che presiede i nostri processi vitali istintivi naturali, cioè il nostro sistema nervoso involontario vi accede proprio perché lì, appunto, non ci va la mente razionale.
I nostri “dispositivi” consci per accedere all’intelligenza cosmica, sono ricollegati invece al significato dei nostri 5 sensi, chiamati in sanscrito Buddhendriya, le facoltà di conoscenza, che però sono offuscati, coperti da una patina, da tutti i film che ci facciamo internamente e da tutto ciò che ho elencato prima (Antakarana, senso interno).
Hatha Vidya
L’Hatha Vidya è il riunirsi della mente con il corpo per perseguire lo stesso scopo, per trasformarci in uomini pieni di vitalità e potenza, per poter accedere costantemente e consapevolmente con la Buddhi, con la conoscenza cosmica che già tutto sa, senza bisogno di studiarlo sui libri (che per oltre il 90% di questi è stato scritto con L’Antakarana!).
La pratica dell’Hatha Vidya obbliga la mente a riportare l’attenzione sul corpo con delle pratiche; mette in luce, porta consapevolezza a vari punti del corpo dimenticati dalla mente, usando posizioni, gli asana, che in natura non siamo abituati fare perché vanno contro le leggi fisiologiche nostre naturali (es. estremo con Shirshasana, la Posizione Capovolta, sto sulla testa).
Per accompagnare il corpo in queste posizioni, si utilizzano delle immagini mentali proprio per assecondare invece il corpo a quello che fa già in natura, perché ogni azione che noi facciamo è partita prima dalla mente, quindi l’asana si realizza prima di tutto nella mente.
Ma l’immagine mentale la creiamo noi per dare uno scopo al corpo a prendere quella posizione inusuale per lui sconosciuta.
Tutto ciò che succede nel corpo, prima è nella mente; un disturbo sul corpo prima è partito nella mente, la quale non essendo stata in grado di gestirlo, lo scarica sul corpo in un punto o in un organo, dove lo ritiene più appropriato e meno importante per la sopravvivenza (somatizzazione).
L’Automatismo degli Schemi Mentali e la Consapevolezza
Ognuno di noi non ha una percezione del suo corpo, ma ha una percezione di un numero di schemi che si è creato, memorizzato nella vita di tutti i giorni, negli anni, ripetendo, facendo sempre le stesse cose, come per es. guidare la macchina o schemi posturali creati in base al proprio atteggiamento emotivo o schemi ereditati.
E’ ovvio quindi che per creare degli schemi nuovi e destrutturare certi schemi sbagliati non è sufficiente fare yoga una o due volte la settimana, o solo in primavera perché devo rimettermi in forma per l’estate!
Le prime volte che stiamo in quella inusuale posizione, potrà risultarci scomoda, in alcune parti del corpo dolorosa; quel dolore serve a richiamare l’attenzione della mente dove ha latitato; a volte però quella parte può risultare anche insensibile e questo è ancora peggio perché vuol dire che la mente lì non ci arriva da un bel po’ e lì di prana, ce ne arriva ben poco.
Allora devo portare lì la mia consapevolezza che come un laser si deve focalizzare solo in quel punto per riportarvi la vitalità, il prana.
Consapevolezza vuol dire proprio focalizzare, mettere a fuoco una cosa, una zona specifica; facendo questo però mi perdo poi tutto il resto, tutto l’insieme in questo caso del corpo.
Una volta messa in luce e quindi vitalizzata quella determinata parte del corpo, per far si che torni alla coscienza del tutto, l’insieme, e che si memorizzi, dovrò far riverberare quei benefici in tutto il corpo.
La massima aspirazione dello hatha yogi è portare consapevolezza, cioè una percezione totale di uno stato di benessere, vitalità e gioia in tutto il corpo, divenendo consapevoli di essere pura coscienza.