di Tina Forte
La respirazione completa
Il diaframma è il muscolo di base che attiva tutta la respirazione mediante i due movimenti fisiologici di espiro ed inspiro. Quando essi si muovono in equilibrio fra di loro consentono a tutti i muscoli di muoversi in sinergia.
Il corretto movimento di contrazione e rilasciamento delle fasce muscolari, mosso dall’espiro, e l’allargamento ed allungamento, determinato dalla fase inspiratoria, rendono elastico il centro frenico nella discesa del diaframma verso gli organi addominali e nella salita verso la gabbia toracica.
“il centro frenico è il punto fisso del diaframma che lo sostiene nel centro della cupola ed è appeso alle prime vertebre dorsali e alle ultime cervicali e tramite l’esofago al cranio”.
Come funziona la respirazione completa
Se scelgo una posizione da sdraiata a gambe flesse, quando contraggo le fibre muscolari addominali durante l’inspirazione,
- il perineo si chiude insieme ai muscoli trasversali che sostengono la pancia all’interno ed incollano l’ombelico a terra,
- i muscoli posteriori si espandono, le costole basse si restringono mentre le braccia si allargano,
- la gabbia toracica si apre e si eleva verso le clavicole quando portiamo le braccia all’altezza delle spalle.
- Invece, quando le allunghiamo oltre la testa, il mento dolcemente si flette verso lo sterno e la colonna cervicale si allunga verso l’alto, l’aria entra così fino ai sinus.
Nell’espirazione, quando abbassiamo le braccia davanti al torace, la testa si rilascia, le spalle si abbassano, si chiudono le clavicole, il mento si allontana un po’ dallo sterno, le braccia che si poggiano a terra, chiudono il costato e fanno salire il diaframma che riattiva la compressione nella gabbia toracica
La respirazione controllata nella cinta addominale
La respirazione yogica si basa sul controllo della cinta addominale, contraendo le costole basse nell’inspiro per evitare che il diaframma scenda troppo in basso e deformi il tessuto addominale; sostiene l’apertura della gabbia toracica verso l’alto.
Quando si esercita una forza con i pugni che respingono l’addome, come Muka Bhastrika o Makrasana che riposa, il volume dell’aria che entra con l’inspiro non si riduce, anzi aumenta la pressione intraddominale, che va ad aspirare il sangue venoso e lo confluisce verso il fegato, evitando che ristagni in basso, andando a massaggiare gli organi in profondità.
Il diaframma è definito come il secondo cuore che pompa il sangue e attiva la microcircolazione.
La respirazione addominale controllata permette di avere un respiro più lungo con una maggiore portata di volume, modula ed assottiglia il respiro, economizzandolo e dando una maggiore longevità al corpo.
Benefici delle tecniche addominali di purificazione
Per iniziare una pratica di Hatha Yoga si consigliano, per eliminare gli spasmi che si formano nel diaframma e non solo, alcune tecniche di purificazione.
Fra queste, ricordiamo il Kapalabathi, che è un espiro intenso, profondo, una successione di tanti colpi di espirazione dove ogni colpo muove il diaframma in modo passivo. L’espiro dunque in questa tecnica è attivo e l’inspiro passivo perché rilascia i muscoli.
Il “kapalabathi” svuota la pancia dai ristagni, lava, pulisce la testa, migliora gli scambi gassosi, rigenera la concentrazione, attiva la circolazione del sangue, ci libera dai blocchi, dà un senso di leggerezza e libertà, aiuta a riequilibrare la respirazione nella sua funzione fisiologica naturale.
Un’altra importante ed efficace tecnica di purificazione è il “Muka Bhastrika”, che è una sorta di respirazione a mantice, con cui emettiamo l’aria in modo ritmato e molto rapido.
Si tratta di rapide e ripetute espirazioni con le labbra in posizione chiamata “il gesto del corvo” (Kaki Mudra) che stimola i nervi della bocca, della lingua e della gola, eliminando tutte le tensioni accumulate in quelle zone.
Un’importantissima tecnica che ci aiuta ad eliminare le tossine fisiche e mentali, riequilibra l’organismo a livello cellulare, con la purificazione del sangue. A livello emozionale ci aiuta ad espellere simbolicamente ogni affanno e preoccupazione, a livello mentale sviluppa la concentrazione e l’attenzione.